lunedì 9 aprile 2012

Ai parenti delle vittime è stato chiesto il pagamento delle spese processuali

12 dicembre 1969 ore 16.37 


Ieri sera ho visto il film " Romanzo di una strage".  Per chi come me si è documentato nel tempo, affamato di sapere la verità (una verità che non verrà mai detta o scritta) sono cose già conosciute, già sapute.
La pista nera tralasciata volutamente, le due bombe, gli americani, il silenzio (per non dire omertà) dello Stato, l'isolamento e l'omicidio di Calabresi.
Cose già note, dovrebbero vederlo quelli che non si sono mai posti delle domande, quelli che se gli chiedi cosa è successo il 12 dicembre del 1969 ti guardano come dire "ma se neanche c'ero".  Forse, anche se ne dubito, qualche domanda se la porrebbero. Forse, perché se in tutti questi anni non si sono mai chiesti chi fossero Pinelli, e Valpreda, e Ventura, Freda, Giannettini, lo stesso commissario Calabresi, perché mai dovrebbero chiederselo ora.
Questi film probabilmente non sono fatti per chi non si è mai posto domande. Servono a ricordare, per continuare a porci le domande che ci siamo posti per 43 anni e che non hanno ancora avuto risposta e non l'avranno mai. Perché dimenticare sarebbe come  far esplodere nuovamente le bombe, sarebbe come spingere nuovamente Pinelli da quella finestra, come ammazzare nuovamente alle spalle Calabresi.



Perché lo Stato non ha saputo, potuto (o voluto?) trovare e condannare gli esecutori materiali figuriamoci i reali mandanti di quella strage. E il processo si è chiuso senza colpevoli, come se nessuno fosse mai entrato in banca a lasciare quella valigia (o quelle valigie), come se  la bomba (o le bombe!) non fosse mai esplosa. E come ennesima vergogna italiana ai  parenti è stato chiesto il pagamento delle spese processuali. 


Viva l'Italia, cantava De Gregori.

Nessun commento:

Posta un commento