lunedì 16 aprile 2012

Quindi, guarisci

Chissà cosa passa nella testa di un uomo quando si sente dire che potrebbe morire. Magari pensi che non potrà accadere a te, che si sono sbagliati.Perché se è vero che prima o poi arriva, non siamo mai pronti. O forse si arrende ancora prima di aver combattuto. E chissà se ripercorre la sua vita rivedendo gli errori che ha commesso, le parole che non ha detto, i gesti che non ha compiuto. Chissà se rivive le gioie, i momenti di felicità, i sorrisi, gli abbracci. Da quasi un anno ci incrociamo tutti i giorni nei corridoi, le riunioni, le prove, le cose da sistemare..tra qualche incazzatura, qualche risata. Non siamo amici, ma oggi la notizia del tuo male mi ha stretto lo stomaco. Mi ha fatto capire che la vita è un soffio di vento e sprecarla con inutili ripicche e silenzi è da ciechi. Per San Valentino mi portasti un cioccolatino, fu un gesto inaspettato quanto gradito e mi sorprese, anche per il tuo fare sempre burbero. Quindi, guarisci.

sabato 14 aprile 2012

Hai vinto?

Hai vinto, se era questo che volevi, ci sei riuscito. Ma hai perso. E non sono una stupida patetica presuntuosa che crede che non volendomi tu abbia perso chissà quale tesoro. Hai perso, perchè non hai avuto il coraggio di dirmelo, hai perso perchè sei diventato ciò che non eri, un vigliacco. Hai perso con te stesso, con me non c'era niente né da vincere né da perdere.

venerdì 13 aprile 2012

Cartina tornasole

Non riesco a comprendere se me ne sono resa conto improvvisamente o se la consapevolezza è cresciuta piano piano con il passare delle ore. Ma ora sono davvero certa che averti mandato quella cosa è stata, anche se inconsapevolemente, la cartina tornasole per farmi capire cosa provi tu in realtà per me.
Niente, tu per me non provi più niente, forse non lo hai mai provato, nonostante quello che mi hai detto, niente di quello che dicevi di provare. Forse ti si è inaridito il cuore, forse batte in altra direzione. Ma ha ben poca importanza, e a questo punto serve saperlo? Non volevo arrendermi, ma manca un ultimo tassello, un ultimo pezzo di quel puzzle. Dopo verrà il nulla. Ti mancherò, forse. Ma ne dubito.

martedì 10 aprile 2012

Partenze



Ogni volta che mia figlia torna a casa è una fatica, ma sopra ogni altra cosa è una gioia immensa.

Anche se dorme, anche se esce con gli amici e resta fuori a cena.
La notte, o meglio all'alba, che spesso la notte rientra tardi, mi sveglio e di soppiatto me la vado a guardare mentre dorme. Le do un bacio sulla guancia che lei, pur dormendo, mi restituisce.
Mi basta saperla nel suo letto, in quello che sarà sempre il SUO letto, nella SUA casa. Perché anche quando la sua vita prenderà una strada definitiva, e probabilmente lontano da qui, questa sarà sempre casa sua.

Vorrei che non se andasse mai, ma al tempo stesso voglio che vada, perché è così che deve essere. E quando se ne va, di corsa che parte il treno, di corsa che la stanno aspettando in macchina, di corsa che fa sempre tardi .. quando se ne va c'è sempre un pizzicorino nel cuore che si fa sentire.

Poi arriva, mi chiama (quasi mai) o la chiamo io (quasi sempre) e il cuore si mette in pace.
E' arrivata, sta bene e da domani ricomincia la sua vita. Lontana da qua. Ma è così che deve essere. E io la adoro, la amo immensamente, anche da lontano.

lunedì 9 aprile 2012

Ai parenti delle vittime è stato chiesto il pagamento delle spese processuali

12 dicembre 1969 ore 16.37 


Ieri sera ho visto il film " Romanzo di una strage".  Per chi come me si è documentato nel tempo, affamato di sapere la verità (una verità che non verrà mai detta o scritta) sono cose già conosciute, già sapute.
La pista nera tralasciata volutamente, le due bombe, gli americani, il silenzio (per non dire omertà) dello Stato, l'isolamento e l'omicidio di Calabresi.
Cose già note, dovrebbero vederlo quelli che non si sono mai posti delle domande, quelli che se gli chiedi cosa è successo il 12 dicembre del 1969 ti guardano come dire "ma se neanche c'ero".  Forse, anche se ne dubito, qualche domanda se la porrebbero. Forse, perché se in tutti questi anni non si sono mai chiesti chi fossero Pinelli, e Valpreda, e Ventura, Freda, Giannettini, lo stesso commissario Calabresi, perché mai dovrebbero chiederselo ora.
Questi film probabilmente non sono fatti per chi non si è mai posto domande. Servono a ricordare, per continuare a porci le domande che ci siamo posti per 43 anni e che non hanno ancora avuto risposta e non l'avranno mai. Perché dimenticare sarebbe come  far esplodere nuovamente le bombe, sarebbe come spingere nuovamente Pinelli da quella finestra, come ammazzare nuovamente alle spalle Calabresi.



Perché lo Stato non ha saputo, potuto (o voluto?) trovare e condannare gli esecutori materiali figuriamoci i reali mandanti di quella strage. E il processo si è chiuso senza colpevoli, come se nessuno fosse mai entrato in banca a lasciare quella valigia (o quelle valigie), come se  la bomba (o le bombe!) non fosse mai esplosa. E come ennesima vergogna italiana ai  parenti è stato chiesto il pagamento delle spese processuali. 


Viva l'Italia, cantava De Gregori.

domenica 8 aprile 2012

Ieri.

Ieri mia figlia ha portato la sua gattina a casa per le feste.
Non sta bene, è stata operata, e non salta e scuriosa come la volta scorsa. Ma i suoi occhietti sono sempre vigili e attenti a ciò che la circonda. Dorme molto, forse anche per effetto delle medicine che deve prendere, ma non abbassa mai la guardia. E' un vero gatto. 
Dovrei imparare da lei, dormire con un occhio solo, stare sempre all'erta e non permettere a nessuno di colpirmi. Ma ancora non ci riesco. Forse non ci riuscirò mai, non ci sono mai riuscita.

Ieri ho capito una cosa. Quando sto per allontanarmi definitivamente da te, tu lo percepisci e ti riavvicini. 
Per poi allontanarti di nuovo, subito, appena le parole si complicano. Chissà, forse ci sarà un momento in cui la tua intuizione che sto sparendo non basterà a farmi restare. O forse ti farà capire che potresti davvero perdermi e non ti allontanerai più.

Ieri la gattina di mia figlia mi ha fatto l'occhiolino, e anche queste sono piccole cose che ti riempiono il cuore. Ho sorriso.

martedì 3 aprile 2012

Raccontarsi

Invidio chi ci riesce, con chiarezza e precisione, che sa snocciolare parole su se stesso e sul suo "essere".
E' un'invidia buona, sana. Perché mi piace leggere chi sa raccontare i percorsi, gli sbagli, le conquiste che si sono accavallati nel cammino della sua vita. 
Io ci ho provato, in un'altra "era" potrei dire, in un passato che poi non è neanche tanto remoto ma mi sembra che siano passati davvero secoli. Ho provato a raccontare di me, dei miei pensieri, delle mie paure e delle mie gioie. Ho provato ad esprimere le mie idee, i miei sentimenti. Forse a volte ci sono riuscita, a volte no. Perché ogni volta che rileggevo cosa avevo scritto pensavo che avrei potuto scriverlo meglio, che avrei potuto trovare parole migliori per esprimere il mio sentire. Perché mi piaceva scrivere di me, e finchè ho scritto per me stessa, per guardarmi allo specchio e capire chi ero, ho scritto e raccontato, mi sono emozionata, intristita, arrabbiata, inalberata.. e l'ho raccontato. Ma quando un giorno ho capito che stavo cominciando a scrivere per "qualcuno" che veniva a leggere, per "chi" volevo che leggesse, sono fuggita.Non era più la stessa cosa, e ho avuto paura.
E di questo ancora pago la conseguenza del rimpianto e del rimorso (tutto ha una sua logica)...
Ora sono qua, e ricomincio a scrivere per me stessa. Perché ho di nuovo bisogno di guardarmi allo specchio, di provare a capire chi sono, dove ho sbagliato e dove invece ho compiuto il passo giusto.
Le parole sono ancora confuse e ingarbugliate, ma prima o poi arriveranno.
E io starò meglio, lo so. 

domenica 1 aprile 2012

Rimpianti o rimorsi?

Un giorno parlando con un amico siamo scivolati sull'argomento.
E' meglio convivere con il rimorso di aver compiuto gesti o azioni che, col senno di poi, ci pentiamo di aver compiuto perché magari hanno provocato dolore di qualcuno a noi vicino?
O meglio vivere nel rimpianto di non aver compiuto quei gesti e quelle azioni per codardia, per paura delle conseguenze? Se è necessario più coraggio per fermarsi o per andare avanti?
Mentre discorrevamo di questo, ho pensato che in fin dei conti i rimpianti sono dei rimorsi verso se stessi.



L'immagine della nota musicale è per introdurre un brano che adoro, e che forse, me ne sono resa conto scrivendo questo post, parla proprio di rimorsi e rimpianti.

"Inciampa, piuttosto che tacere e domanda, piuttosto che aspettare"


mercoledì 28 marzo 2012

Buon "non compleanno"

Era ottobre del 2010. Con le mie 3 amiche "befane" e compagne di sventure ed avventure. Scovammo questo Cappellaio Matto mentre girellavamo per il centro di Torino in attesa di andare a vedere i mitici Supertramp.In una viuzza traversa i nostri occhi furono attirati da una vetrina che sembrava uscita da una favola. E in mezzo a tanta meraviglia, lui.Il Cappellaio Matto. Uno dei personaggi delle fiabe che ho amato, amo e amerò di più.


"Vuoi del tè, mè?" 


Oggi è una di quelle giornate in cui niente va per il verso giusto.
Uno di quei giorni in cui anche se cerchi di star lontano dai guai, sono loro che vengono a cercarti e ti trovano, accidenti! In giornate come queste puoi solo augurarti "Buon Non Compleanno!".
E aspettare che passino. Ormai manca poco.

martedì 27 marzo 2012

Fai bei sogni

Che è il titolo del libro di Massimo Gramellini che ho finito di leggere da pochi giorni.
Un libro semplice, nella sua scrittura, nella sua scorrevolezza.
Ma ti resta dentro. Ci sono alcuni passaggi che non si possono dimenticare.
La dolcezza delle parole con cui viene descritto l'amore che padre e figlio hanno per questa moglie e madre ammalata. Leggi poche parole e ti ritrovi lì,  mentre padre e figlio si prendono cura, ciascuno a modo loro, della donna che entrambi amano moltissimo.



"In casa ci dividevamo i compiti: papà la accarezzava con le parole e io le parlavo con le carezze." 
Amore allo stato puro. Cosa altro dire.

domenica 25 marzo 2012

La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro.


Da "Sostiene Pereira".
Oggi è morto Antonio Tabucchi, nella "sua" Lisbona.
Per qualche giorno, meraviglioso, è stata anche "mia".
Lisbona è una città che ti cattura, ti incanta, ti innamora.
Che ti resta nel cuore, per sempre.

(foto personale, Lisbona settembre 2011)

sabato 24 marzo 2012

Ci sono dei pomeriggi

di primavera che ti rimettono in pace col mondo. Con te stessa ancora no, forse è ancora troppo presto.
Ma ritrovare un'amica che credevi ormai perduta per colpa tua, leggere nei suoi occhi che ha capito, ti da una sensazione di calore che non provavi da tempo. Capisci che non sei sola.
Perché essere amiche non è frequentarsi tutti i giorni, è tenere nel cuore lo sguardo dell'altra. Essere lì pronte ad assaporare, dopo tanto tempo, l'aria primaverile di un pomeriggio di sole. Godere di un tramonto sul mare come non succedeva ormai da troppo troppo tempo. Ridere insieme della cattiveria degli altri, perché due amiche, quando sono insieme, insieme DAVVERO, sono più forti di chi ti ha fatto del male.
Oggi pomeriggio non sei mai stato nei miei pensieri. Anche questo è ricominciare.

giovedì 22 marzo 2012

Pulizie di primavera

Ci sono notti che non accadono mai , scriveva Alda Merini.
Quindi, Stefi, è ora che tu pulisca il tuo cuore, togliendo la polvere delle parole dette, delle promesse non mantenute e dell'attesa di ciò che non è arrivato e non arriverà mai.

Si volta pagina, è primavera.

lunedì 19 marzo 2012

primomaggioduemilasette...

....scrissi queste parole.
"Ci sono gesti, parole, sorrisi che ti aspetti dagli altri.
Che a volte non possono o sanno darti, che forse non riescono a darti.
O più semplicemente non vogliono darti.
Devi imparare a fartene una ragione, a capire, da adulta quale sei, che accade e può accadere.
Ma il cuore si ribella perchè sente di aver bisogno di quei gesti, di quelle parole e di quei sorrisi."
Ecco, il mio cuore sta smettendo di ribellarsi.Magari ci vorrà ancora del tempo, ma sento che si sta abituando a non ricevere più quei gesti, quei sorrisi e quelle parole che qualcuno gli aveva promesso.

sabato 17 marzo 2012

Per chi si scrive


Ricomincio da qui.  Perché a volte la voglia di scrivere torna prepotente.
E ora hai di nuovo voglia di scrivere per te stessa, dopo aver scritto perché altri capissero. 

Lontana da tutti,  anche se non sai cosa scrivere perché ne hai tante di parole nella testa e nel cuore da non saper scegliere.


Piano piano torneranno da sé a fluire, perché le parole sono importanti. 

" Si fa qualcosa, dicendo qualcosa", scrive Gianrico Carofiglio.
E' vero, quel che si è detto  resta e modifica ciò che era diverso fino a qualche istante prima.
Sempre e per sempre.